Mercoledì 7 maggio,
gli insegnanti delle
Discipline Orientali
Qi Gong, Go, Yi Quan Tai
Ji Quan, hanno proposto un
incontro
Porte Aperte: tre ore di
pratica, gratuita, rivolta a
tutti.
Tema dell’incontro:
“Wu Wei,
l’agire che non mira al
risultato”…
l’azione che sa attendere
eliminando il bisogno di
vincere,
gli eccessi, gli inutili sforzi,
le infruttuose ricerche …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Zhuang Zi (Chuang Tzu)

Vissuto verso la fine del IV° sec. a.C., è il più importante
e geniale filosofo cinese, del quale sia possibile provare
l’autenticità storica.
Rappresentante del Taoismo, contribuì con il suo pensiero
raffinato, servendosi spesso dell’ironia e della parabola,
a trasformare il Buddismo indiano nel Buddismo cinese
Chan (Zen in Giappone).
Contemplativo e pratico, Zhuang Zi (Chuang Tzu), nei
suoi scritti, ci insegna ad armonizzarci con il divino e nello
stesso tempo con la semplice comune esperienza.
Visse rinunciando a cariche ed onori.

 

di Roberta Fabris

 

Wu Wei,
l’agire che non mira al risultato


L’argomento, che accomuna, come atteggiamento base, tutte le Discipline Orientali, è stato approfondito, durante l’incontro, oltre che con la pratica, attraverso la lettura di tre testi, tratti dalle opere del filosofo cinese Zhuang Zi (Chuang Tzu).
I brani si ripropongono nella rivista, perché ricchi di potenzialità e densi di stimoli anche per chi non si è
mai accostato alle arti e alla cultura orientale.

Alcuni partecipanti all’ incontro Porte Aperte.


LA MONTAGNA DELLE SCIMMIE


Il principe di Wu si recò in barca alla Montagna delle scimmie.
Non appena le scimmie lo videro, fuggirono tutte in preda
al panico e si nascosero sulla cima degli alberi. Ne restò
soltanto una, la quale, per nulla turbata, continuò a saltare
da un ramo all’altro: uno spettacolo straordinario!
Il principe le scagliò contro una freccia, ma la scimmia
con molta abilità l’afferrò al volo. Il principe allora ordinò
ai suoi servitori di predisporre un attacco concertato.
In un attimo la scimmia cadde a terra morta, trapassata
dalle frecce.
Allora il re si rivolse al suo compagno Yen Pu’i: “Vedi
che cosa è successo?” disse “questo animale ha fatto
sfoggio della propria bravura. Ha confidato nelle proprie
capacità. Pensava che nessuno sarebbe mai riuscito a
toccarlo. Ricorda! Quando hai a che fare con gli uomini
non contare sui privilegi né sul talento!”
Quando ritornarono a casa, Yen Pu’i diventò discepolo di
un saggio che lo aiutasse a sbarazzarsi di tutto ciò che
lo rendeva superiore agli altri.
Rinunciò a tutti i piaceri.
Imparò a nascondere qualsiasi forma di “distinzione”.
Presto nel regno nessuno sapeva più che pensare di lui,
perciò ne avevano soggezione.
(Chuang Tzu xxiv,8)


IL GALLO DA COMBATTIMENTO

Chi Hsing Tzu addestrava
galli da combattimento
per il re Hsuan.
Era un bell’uccello
quello che stava preparando.
Il re continuava a domandare
se era pronto per la lotta.
“Non ancora”, rispondeva l’allenatore.
“E’ una furia.
E’ sempre pronto ad attaccar briga
con tutti gli uccelli che incontra.
E’ pieno di boria
e troppo sicuro della propria forza”.
Passarono dieci giorni e la risposta fu:
“Non ancora. Va su tutte le furie
quando sente un altro gallo cantare”.
E poi ancora dieci:
“Non ancora. E’ sempre pronto
ad assumere quell’aria rabbiosa
e arruffa le piume.”
Dopo altri dieci giorni,
l’addestratore rispose:
“Ora è quasi pronto.
Quando un altro gallo canta
lui non si scompone.
Resta immobile
come una statua.
Agli altri uccelli
basta guardarlo
che scappano spaventati”.
(Chuang Tzu XIX,8)


IL BISOGNO DI VINCERE


Quando l’arciere tira per gioco
è più abile che mai.
Se lo fa per una fibbia di ottone
è già più nervoso.
Se il motivo è un premio in oro
è come fosse cieco
oppure vede due bersagli,
ha perso completamente la testa!
E’ abile come prima.
Ma il premio lo dissocia.
E’ preoccupato.
Pensa più alla vittoria
che non a prendere la mira.
E la necessità di vincere
assorbe tutte le sue energie.
(Chuang Tzu XVII,11)